venerdì 2 novembre 2018

In fondo al libro #1: una lettura ravvicinata di "Frankenstein", "Gordon Pym" e "Dr. Jekyll & Mr. Hyde"

Buongiorno cara lettrice e caro lettore. Termino la settimana più spaventosa dell'anno - in termini di festività, si intende - con il primo di una serie di articoli del tutto nuova: #infondoallibro.

Nei tre anni di università credo di aver imparato a fare una cosa, ossia divertirmi nell'analisi di ciò che leggo. Che divertimento, eh? E bene, se hai letto l'articolo sulle mie confessioni da lettrice, saprai che il modo in cui solitamente leggo i libri per l'università è un po' più approfondito da quello con cui affronto i libri che leggo per interesse personale. Nel tempo, però, questo metodo un po' più analitico è diventato più interessante e sono riuscita ad applicarlo in parte al resto delle mie letture. Perché, mi son detta, non portare questa parte della mia vita anche sul blog?

Ecco a te il risultato, spero comprensibile, di questa avventura: un piccolo viaggio, diviso in tre parti, all'interno di tre testi che, a mio parere, sono perfetti per questa settimana spaventosa. Diamo il via alle danze il giorno dei morti e finiremo all'incirca tra due settimane.

Per questa prima puntata, il confronto verterà sulla struttura narrativa di questi tre romanzi: cosa hanno in comune e quali differenze presentano Frankenstein, Le avventure di Arthur Gordon Pym e Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde?


La struttura  narrativa

Il primo elemento che salta all'occhio quando si mettono a confronto tre romanzi come questi è la loro struttura narrativa, ossia il modo in cui la storia viene raccontata. In tutti e tre i casi, questa struttura non è lineare e non segue del tutto la tradizione di una narrazione semplice che si sviluppa su un solo piano e attraverso le parole di un solo narratore, spesso in prima persona. La novità dei tre romanzi, però, non si trova tanto in queste strutture che di innovativo hanno ben poco, bensì nel loro uso e sviluppo ai fini della storia.

" It is with considerable difficulty that I remember the original era of my being: all the events of that period appear confused and indistinct. "

Nel 1818, Mary Shelley dà alla luce Frankenstein in pieno anonimato. L'intera narrazione della storia è sempre affidata ad un narratore di prima persona che cambia ad ogni sezione. La storia si apre con le lettere inviate dall'esploratore Richard Walton alla sorella, Mrs. Saville, attraverso le quali il lettore ha accesso alla storia di un viaggiatore misterioso che viene tratto in salvo dall'equipaggio dello stesso Walton. Si tratta di Victor Frankenstein, giovane scienziato la cui storia è ben nota a tutti i lettori, passati, presenti e futuri, anche a coloro che non si sono mai barcamenati nella lettura di questo romanzo.

I piani narrativi dell'opera più conosciuta di Mary Shelley, però, non si esauriscono con la storia raccontata da Walton in forma epistolare, perché non appena l'esploratore riesce ad aprire un dialogo con Victor, quest'ultimo prende la parola. Da questo momento, la Shelley struttura il romanzo come se fosse una storia a sé, sotto forma di capitoli e questi formano una sottospecie di struttura per un altro livello narrativo che viene presentato al capitolo 11: quello della Creatura, nel toccante momento in cui incontra il suo creatore tra i ghiacci.

Solamente una volta giunti alla fine, la narrazione tornerà nelle mani di Walton attraverso le lettere indirizzate alla sorella. Tutte le narrazioni sono, in qualche modo, legate tra loro da questo avvicinarsi ed allontanarsi dal nucleo - rappresentato dalla creatura - ma sono anche causa del collegamento che viene a crearsi tra i personaggi. Basta pensare alla vicinanza tra Walton e Victor Frankenstein, entrambi esploratori ambiziosi, l'uno del mondo geografico, l'altro dei limiti della scienza.

Durante la lettura del romanzo, il lettore si trova di fronte ad una struttura circolare nella quale l'autrice dà inizio alle danze con Walton e conclude con lo stesso esploratore.

Frankenstein è l'unico caso dei tre in cui l'autrice decide di auto-eliminarsi dalla narrazione proprio attraverso la scelta dei narratori in prima persona. Facendo ciò non si esclude, in ogni caso, dal prendere una posizione: è questo il grande vantaggio che Mary Shelley ha sui narratori realisti dei decenni che verranno, il potersi distanziare dai suoi personaggi e dalle loro scelte etiche e morali senza doverlo esplicitare.

" My name is Arthur Gordon Pym. "

Nel 1838, invece, un Edgar Allan Poe nel pieno della sua carriera da editor (si muoveva a Baltimora tra il Southern Literary Messenger e il Graham Magazine) pubblica quello che sarà il suo unico romanzo completo, Le avventure di Arthur Gordon Pym, conosciuto al pubblico italiano anche con altri titoli.

Con Gordon Pym, Poe attraversa una fase di sperimentazione folle con la quale, alla fine dei giochi, lo scrittore crea un puzzle di generi letterari incorniciati da una struttura apparentemente semplice. La storia del giovane Pym, yankee inesperto che decide di imbarcarsi clandestinamente su una baleniera con il suo più caro amico Augustus per seguire innocentemente il suo sogno, si tramuta in un viaggio grottesco e inquietante fino ai limiti del mondo conosciuto.

Il diario di viaggio, perciò, sembra essere l'unica tecnica narrativa appropriata per dar voce a Pym, ma Poe, autore non per niente banale in fatto di composizione di testi (vedi il breve saggio The Philosophy of Composition, La filosofia della composizione, 1846) non lascia nulla a caso: ancor prima di dar voce alle avventure del suo personaggio-narratore, inserisce una nota curiosa proprio riguardo quel diario di avventure che il lettore andrà a leggere. La firma apposta a fine nota è quella di Pym stesso, apparentemente tornato sano e salvo dal viaggio e che sottolinea la veridicità del suo stesso racconto. La parte più curiosa di questa nota iniziale è la presenza di un "Mr. Poe": è l'editor di quel diario di bordo del quale diventa garante, sia per quanto riguarda il manoscritto in sé ma anche e soprattutto della sua veridicità.

Ecco che abbiamo anche qui diversi livelli di narrazione e in questo caso è l'autore stesso, resosi personaggio, ad aprire la sequenza. Lo stesso autore-personaggio tornerà alla fine del romanzo con una nota finale in cui chiarirà il destino di Pym e in parte si contraddirà rispetto a ciò che aveva detto precedentemente nella nota iniziale.

Trattandosi di un diario di viaggio, bisogna immaginarsi due personaggi diversi: Pym personaggio che vive le avventure in mare e il Pym scrittore di quelle memorie di viaggio. Perché sottolineare questa divisione? Il romanzo, come vedremo nelle prossime puntate, è costellato di segni ambigui che giungono ai sensi di Pym da diverse direzioni: l'ambiente intorno a lui, i personaggi che incontra e non di meno le avventure stesse che vive. Grazie a questo tipo di struttura narrativa si capisce come questi segni vengano percepiti in modo diverso da parte di un Pym ancora inesperto e un Pym che ormai ha già vissuto quelle avventure e le sta raccontando, anche con un po' di scherno nei confronti di se stesso.

" I was born in the year 18- to a large fortune, endowed besides with excellent parts, inclined by nature to industry, fond of the respect of the wise and good among my fellow-men, and thus, as might have been supposed, with every guarantee of an honourable and distinguished future. "

Per quanto riguarda, invece, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, ritroviamo di nuovo, come nel caso di Frankenstein, i molteplici narratori che aiutano a creare una struttura narrativa a più livelli, seppur non lineare.

In questo caso la narrazione è così divisa: nei primi otto capitoli, che corrispondono al punto di vista di Mr. Utterson, il lettore si trova di fronte ad una narrazione in terza persona. Questa funziona proprio grazie al tipo di personaggio che ci troviamo di fronte e sul quale l'attenzione è focalizzata. Sarà forse un caso che "utter" in inglese significa "pronunciare, affermare"? Bilanciato e razionale proprio come la narrazione di fronte alla quale si trova il lettore, Utterson dà inizio ad una vera e propria indagine sul "caso" costruito da Stevenson.

Improvvisamente, però, l'autore decide di dar voce direttamente ad uno dei personaggi coinvolti nella vicenda, il dottor Lanyon, il cui racconto è presentato al lettore in prima persona. Con questo cambio repentino, il lettore è quasi costretto ad avvicinarsi, anche emotivamente, allo "strano caso" dal quale aveva finora avuto modo di distanziarsi grazie alla narrazione in terza persona dei capitoli iniziali. Sarà questo, probabilmente, il momento in cui il lettore deciderà se mettere in dubbio la testimonianza -seppur solo riportata da Lanyon- di Jekyll o se empatizzare con lui.

La prova finale sarà presentata solamente alla fine, con il racconto in prima persona del dottor Jekyll. La confusione che questa scelta di cambi repentini nella narrazione potrebbe causare è, in realtà, immotivata, perché aiuta a costruire questa indagine deduttiva -dal generale al particolare- che tiene il lettore incollato alle pagine dalla prima all'ultima.

Avrai sicuramente notato le tre citazioni che ho inserito. Non sono poste a caso. Ognuna fa parte della sezione narrativa che corrisponde al racconto personale, in prima persona, presente nel nucleo di ogni romanzo. Non ho inserito la parte del racconto di Victor Frankenstein poiché ritengo che il nucleo di Frankenstein sia il racconto della creatura, non quella del suo creatore.

Ognuna di queste tre parti pone l'attenzione sulla caratteristica comune ai tre romanzi: il fatto che tutti, in una forma o nell'altra, abbiano a che fare con la ricostruzione di un intreccio contorto in cui la figura umana - o meno - sembra quasi svanire in confronto a degli eventi orrifici come quelli raccontati. Che siano altri gli elementi più importanti di questi romanzi a dover venire fuori?

Ci leggiamo alla prossima "puntata" di #infondoallibro.
Grazie di avermi letta,
Francesca, Le ore dentro ai libri.


Libri citati:

  • Frankenstein, Mary Shelley. Einaudi Tascabili, 2016. Traduzione di Luca Lamberti. A cura di Nadia Fusini. (Frankenstein. Or The Modern Prometheus, Mary Shelley. Penguin English Library, 2012)
  • Le avventure di Gordon Pym, Edgar Allan Poe. Universale Economica Feltrinelli, 2013. Traduzione di Davide Sapienza. (The Narrative of Arthur Gordon Pym of Nantucket, Edgar Allan Poe. Collins Classics, 2016)
  • Il dottor Jekyll e Mr. Hyde, Robert Louis Stevenson. Universale Economica Feltrinelli, 2013. Traduzione di Barbara Lanati - oppure Lo strano caso del Dr. Jekyll e del Sg. Hyde, Robert Louis Stevenson. Einaudi Tascabili, 2015. Traduzione di Carlo Fruttero e Franco Lucentini. (The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde, Robert Louis Stevenson. Penguin English Library, 2012)

Piccola nota a margine: nelle informazioni sui libri, potrei indicare più di un suggerimento per l'edizione italiana. Questa scelta è stata fatta facendo caso alla traduzione, al tipo di edizione (con note, premesse e post-fazioni) e al curatore/curatrice del romanzo, elementi che a mio parere sono rilevanti nella lettura e comprensione di un'opera in traduzione. Altri suggerimenti al riguardo sono naturalmente i benvenuti!

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