sabato 31 ottobre 2020

In fondo al libro #1: le origini e le fonti dei romanzi.

Quando si parla delle sorelle Brontë sembra quasi obbligatorio parlarne come un’entità unica e inseparabile, sia dal punto di vista letterario che personale. Tuttavia, credo sia doveroso mettere in risalto alcuni aspetti che nel tempo hanno reso questa prospettiva un po’ viziata e, qualche volta, limitante.


Con la prima puntata di questa nuova edizione di #InFondoalLibro voglio affrontare con voi l’origine e le fonti dei tre romanzi in lettura, Agnes Grey, Cime tempestose e Jane Eyre e, laddove possibile, mettere in risalto proprio quella visione un po’ forzata del dover vedere più un quadro generale che i singoli dettagli al suo interno. Iniziamo.


Il contesto di Haworth.

Il primo aspetto da considerare quando si parla della produzione letteraria delle Bronte è proprio il contesto in cui le sorelle sono cresciute: Haworth.


Casa Brontë fu un luogo di ispirazione letteraria per le sorelle sin dall’infanzia. Per quanto isolata potesse essere la loro vita nella canonica di Haworth, le sorelle hanno avuto modo di sperimentare un altro tipo di fermento che non fosse quello propriamente sociale. Infatti il padre, Patrick, permetteva ai suoi figli e figlie di accedere a tutti i libri che la biblioteca di casa ospitava: la Bibbia, Le mille e una notte, Shakespeare, Milton, le poesie di Percy Bysshe Shelley, i versi scandalosi – per l’epoca - di Lord Byron e l’immaginario romantico di Wordsworth erano solo alcune delle letture che animavano la mente dei piccoli Brontë. Insieme alle letture condivise che venivano fatte a casa Brontë, Anne, Charlotte, Emily e Branwell, loro fratello, condividevano anche una strana passione per la lettura e il commento dei periodici e giornali locali, come il Blackwood’s Magazine.


Quindi, alle storie di finzione si legavano fatti storici a cui le Bronte, per quanto lontane dal fermento delle grandi città, vivevano con lo stesso ardore dal loro paesino nella brughiera inglese. A questi due poli opposti si aggiungono anche le letture di carattere più manualistico, ovvero libri di geografia che fornivano una base di realtà alle storie esotiche ambientate in luoghi lontani di cui le sorelle leggevano quotidianamente.


Tutto questo materiale venne rielaborato in quelli che ora vengono chiamati Juvenilia, ovvero una produzione letteraria delle sorelle risalente all’infanzia. Dalla collaborazione immaginativa delle Brontë vennero alla luce due mondi immaginari su cui le sorelle e Branwell scrissero bozzetti e poesie per tutta la vita: la competizione tra Charlotte e Branwell diede vita al regno africano di Angria. Emily e Anne, invece, crearono il regno di Gondal, situato nel Pacifico. La creazione delle avventure tra i due regni era legata in primo luogo alle espansioni coloniali del tempo e all’interesse che stavano suscitando nel pubblico inglese. In secondo luogo, i protagonisti delle avventure di Gondal e Angria prendevano liberamente ispirazione dai personaggi che abitavano i libri di storia nella biblioteca di casa. Non è un caso che questi fossero persone realmente esistite e che ogni personaggio portasse con sé la voce del proprio creatore: Emily era Parry, un esploratore inglese contemporaneo ai Bronte, Anne era Ross, un ufficiale della marina militare britannica ed esploratore anch’egli; Charlotte era il Duca di Wellington, Branwell invece Napoleone, e non a caso questi due personaggi storici erano rivali in guerra tanto quanto lo erano anche Charlotte e Branwell nell’ambiente creativo.


I punti in comune.

Ciò che spesso colpisce della produzione letteraria delle sorelle Brontë Ã¨ la loro somiglianza. Abbiamo visto poco fa che questa è giustificata anche dalle letture e dai Juvenilia prodotti nell’infanzia dalle sorelle. È per questo motivo che in tutti e tre i romanzi si possono trovare temi presi in prestito dagli scrittori romantici che le sorelle avevano letto e ammirato sin da piccole: trame sensazionali che tengono incollati i lettori alle pagine come nel caso di Cime tempestose, ambientazioni esotiche che fanno da sfondo a storie nascoste come nel caso di Jane Eyre e ambientazioni e modalità narrative tipiche del gotico che aleggiano silenziose in tutti e tre i romanzi citati. Tuttavia, è pur sempre vero che affrontare separatamente i tre romanzi può essere un’occasione utile per capirli singolarmente e, come suggeriscono molti critici letterari,  per decostruire una serie di miti, spesso sbagliati, legati all’immagine delle tre sorelle come nucleo letterario inseparabile.


Affrontati separatamente.

Per quanto riguarda le origini dei libri, è davvero difficile risalire a quelle che potrebbero essere state le intenzioni originarie delle singole scrittrici poiché, per quanto riguarda soprattutto Emily e Anne, non abbiamo praticamente nulla di scritto. Si può intuire che per i romanzi delle due sorelle minori ci siano degli elementi che non solo li allontanano narrativamente da Jane Eyre, ma fanno sì che si distinguano come opere indipendenti. Inoltre, quasi sicuramente queste differenze ricalcano i singoli approcci alla letteratura e l’atteggiamento alla vita delle loro scrittrici. Tuttavia, questo diventa un problema nel momento in cui per più di ottant’anni la critica si è basata su un solo elemento per decretare il valore letterario delle opere e per affrontare la vita delle sorelle prese separatamente: la testimonianza di Charlotte.


Le sorelle attraverso gli occhi di Charlotte.

Emily morì a soli trent’anni nel 1848 e la seguì l’anno successivo Anne, a soli ventinove anni. Fu sempre Charlotte a decidere di pubblicare i suoi romanzi e a convincere le sorelle a fare altrettanto; fu lei a farsi carico delle responsabilità letterarie delle sue opere e di quelle delle sorelle anche per le critiche rivolte alle stesse. La sua impronta ha creato non pochi problemi, soprattutto per la valutazione delle opere e della vita di Anne. Se per Emily la sorella maggiore riservò parole più chiare sul suo talento letterario, con Anne sembrò congedare il discorso affermando che la sorella non avesse particolari doti nella scrittura. Il fatto curioso che non sempre viene menzionato è che è la stessa Charlotte ad ammettere privatamente di non riuscire a capire completamente Anne: quando ne parla in riferimento al regalo di alcuni soldatini a Branwell con i quali giocarono lui e le sorelle insieme durante l’infanzia, Charlotte definisce i soldatini di Anne “a queer little thing, very much like herself” (“degli esserini strani, molto simili a lei”).


Anne era un enigma agli occhi di Charlotte. Anche in altre occasioni in età più adulta, Charlotte definisce “gentle” e “dear” la sorella, quando dall’ultima lettera scritta da Anne in punto di morte e dalla vita stessa condotta dalla più piccola delle sorelle, fuoriesce un ritratto del tutto diverso dalla fragile creatura che Charlotte descrive.


Anne e Agnes Grey.

Come abbiamo visto, Anne sembra essere la figura più enigmatica tra le tre, anche a livello letterario. I suoi due romanzi sono sempre stati ignorati dalla critica o recensiti negativamente, anche a causa dell’influenza di Charlotte.


Al contrario di quello che era stato raccontato da Charlotte, Anne era stata una scrittrice molto proficua e attenta sin da giovane. A ventisette anni scrisse della sua infanzia in un poemetto molto toccante, “Self-Communion”, in cui ricorda di essere stata una “bambina senza speranze”, “debole”, spaventata, ingenua, titubante e “anelante a un amore che la proteggesse”, perché era il “suo unico rifugio dalla disperazione”.


Più che consapevole di sé stessa, Anne aveva sempre desiderato l’indipendenza: a diciannove anni, molto ben prima delle sorelle maggiori, partì in cerca di un lavoro come istitutrice, un’esperienza che, come si può intuire, la ispirerà nella scrittura di Agnes Grey e influenzerà il suo atteggiamento nei confronti della professione. Come vedremo meglio nell’articolo sulle tematiche dei romanzi, Agnes Grey è il primo romanzo che affronta la figura dell’istitutrice, ancor prima di Jane Eyre, soprattutto da una prospettiva professionale. Infatti, ciò che interessa Anne della scrittura è il poter dire “la verità”, come annuncerà lei stessa nella prefazione al suo secondo romanzo, The Tenant of Wildfell Hall (La signora di Wildfell Hall). Che questa verità venisse espressa in maniera molto diretta è una qualità di Anne che veniva riconosciuta anche da Charlotte e che fu motivo di licenziamento per la famiglia per cui Anne lavorò come istitutrice. Non è un caso che quando si parla di Agnes Grey, si definisca il suo tono come “razionalismo illuminato”: da una parte questo riporta a un rigore razionale tipico di Anne, dall’altra parte però ci dà anche un’indicazione delle influenze letterarie dirette o meno sulla scrittrice: versi di poeti settecenteschi illuministi e testi religiosi le cui immagini e metafore si ritrovano spesso anche nel romanzo. Anche in questo rifiuto parziale dell’esperienza letteraria del Romanticismo, che era stata fondamentale per Emily e Charlotte, si trova la differenza tra Anne e le sorelle.


Emily e Cime tempestose.

Tra tutte le sorelle, quella di cui abbiamo meno informazioni è sicuramente Emily. Le testimonianze che abbiamo di lei sono poche ma fanno un ritratto bene o male coerente di una persona abbastanza introversa, taciturna e rigida. Tra Charlotte, Anne ed Emily fu proprio quest’ultima a rifiutarsi fino all’ultimo di dare alle stampe non solo le poesie che aveva composto ma anche l’unico romanzo scritto, che era proprio Cime tempestose.


Per quanto riguarda i documenti a noi giunti scritti da Emily, sappiamo che insieme ad Anne nel 1834 aveva iniziato un diario giornaliero da aggiornare ogni quattro anni. In una pagina di questo diario, si possono notare anche brevi bozzetti sul regno di Gondal, che poi Emily avrebbe riportato sotto forma di poesie negli anni successivi.


La vita e la produzione letteraria di Emily è quella più legata a Haworth rispetto alle sorelle. Questo interesse nella brughiera si nota molto bene in Cime tempestose, soprattutto se paragonato a Jane Eyre: se nel romanzo di Charlotte i paesaggi sono sì riconoscibili ma poco riconducibili a luoghi familiari, in quello di Emily i riferimenti alla brughiera e a paesaggi simili allo Yorkshire sono fin troppo evidenti. Alcuni dicono che per la proprietà di Wuthering Heights, Emily si fosse ispirata a quello che ora è il rudere di Top Withens che si trova proprio fuori Haworth. 


Quando nel 1835 Emily ritornò definitivamente a Haworth, dedicherà il resto della sua vita a scrivere le poesie del ciclo di Gondal e Angria. Il fatto curioso e rilevante di queste poesie è che ritraggono personaggi con passioni tanto violente e crudeli come quelle descritte in Cime tempestose. Emily ebbe all’incirca dieci anni di preparazione per scrivere il romanzo, che iniziò indicativamente verso ottobre del 1845 e terminò nel giugno del 1846. Ci sono alcune congetture sul fatto che prima di morire, Emily avesse iniziato una versione estesa di Cime tempestose, ma non è mai stato trovato alcun documento del genere, né riferimenti alla sua stesura.


Charlotte e Jane Eyre.

Tra le tre sorelle, Charlotte era sicuramente quella dal carattere e dalla salute più forte. Che questa sicurezza nascondesse una fragilità di base si può intuire dal modo in cui si avvicinava ai giochi “letterari” che faceva insieme al fratello e alle sorelle durante l’infanzia. Lo spirito competitivo della giovane scrittrice la portava a sperimentare in continuazione con forme letterarie e personaggi diversi, ispirati dai suoi eroi romantici (soprattutto Byroniani) e dalle letture di avventure lontane nel tempo e nello spazio. Il gioco si trasformava in sfide che Charlotte prendeva con una serietà tale da risultare in resoconti della sua stessa attività letteraria. Uno di questi presenta anche modalità metaletterarie (i personaggi del regno di Angria narrano le loro stesse avventure consapevoli che ci sia un’autrice a guidarli) che definiscono Charlotte una scrittrice desiderosa di affermare la sua autorità creativa letteraria. Questo viene confermato da Charlotte stessa nel 1830, quando a soli quattordici anni affronta per iscritto il suo processo creativo:


“Quanto si illudono in genere molte persone nelle loro idee sui grandi autori. Ogni frase pensano sia l’espressione di una mente straripante di sublime e di bello. Ahimè, se solo conoscessero la difficoltà che spesso impiego per portare con cura a conclusione un passaggio splendido, per evitare le ripetizioni troppo frequenti della stessa parola, per ritoccare e rifinire il periodo e per fare molte altre cose. Abbasserebbero presto l’alto standard su cui la nostra reputazione è fissata.”

 

La serie di esperienze letterarie dell’infanzia e dell’adolescenza darà modo a Charlotte di raccogliere più materiale possibile per i romanzi dell’età adulta, soprattutto in relazione allo sviluppo di tematiche affrontate anche in Jane Eyre, come l’esplorazione dell’agire femminile in relazione al mondo esterno e alla propria identità. Sicuramente, l’esperienza più formativa per Charlotte fu il periodo di studio e insegnamento nella scuola di Roe Head, che le fornì ulteriore materiale per la prima parte delle vicende di Jane nell’omonimo romanzo.


Bibliografia di supporto:

Hoeveler, D. and Morse, D., 2016. A Companion To The Brontës. Blackwell Publishers.

Glen, H., 2003. The Cambridge Companion To The Brontës. Cambridge University Press.

Ingham, P., 2006. The Brontes. Oxford University Press.


Sitografia di interesse (clicca sul testo):

Melding fantasy and realism in Wuthering Heights

Emily Brontë's diary paper, 1837

Walking the landscape of Wuthering Heights

Fair copy manuscript of Charlotte Brontë's Jane Eyre

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