giovedì 9 gennaio 2020

gennaio 09, 2020

Le creature della letteratura: provare a capire "Moby Dick" di Herman Melville

Autore: Herman Melville
Titolo: Moby Dick
Titolo originale: Moby-Dick; or, The Whale
Anno di pubblicazione: 1851
Edizione: Feltrinelli, 2016
Traduzione: Alessandro Ceni

E' sempre difficile parlare di classici, soprattutto se si tratta di romanzi con R maiuscola e anche molto lunghi, come nel nostro caso.

E' capitato che per un senso di dovere a settembre del 2019 abbia deciso di intraprendere la lettura di Moby Dick di Herman Melville prima di ricominciare l'università. Il pensiero dietro a questa importante decisione era che iniziare una magistrale in Studi Inglesi e Americani senza aver letto uno dei romanzi più importanti della letteratura americana mi sembrava un po' una contraddizione in termini. E così, in compagnia di un'amica con la quale ho avuto la fortuna non solo di condividere la lettura e le impressioni suscitate da essa ma anche e soprattutto la frustrazione, ho iniziato e terminato questo lungo romanzo.

La fortuna ha voluto che oltre ad una "semplice" lettura, questo romanzo sia stato sottoposto ad un'attenta analisi perché protagonista del primo esame di letteratura americana della magistrale. Ed ecco fatto che un libro che forse, senza critica, non avrei apprezzato a pieno ora è diventata una delle letture migliori dell'anno appena concluso.

Ma come si può parlare di un romanzo così vasto e così fitto? Non è facile e mai lo sarà, soprattutto se si tratta di una vera e propria creatura vivente come Moby Dick. Credo che i romanzi giusti - non perfetti, perché la perfezione non esiste ed è anche noiosa - riescano a darti quello che a me ha donato questo romanzo, ovvero un nuovo modo di vedere la letteratura, di capirsi e capire il mondo.

La trama di Moby Dick la conosciamo più o meno tutti: Ishmael, narratore omodiegetico - ovvero, presente nella storia narrata - si imbarca sulla baleniera Pequod in compagnia di un amico conosciuto in una locanda sull'isola di Nuntucket, Queequeg. Il desiderio di Ishmael di andare per mare è dovuto a quello che lui chiama hypos, un senso di depressione violenta a causa della quale deve impedirsi di "scendere intenzionalmente in strada e metodicamente sbatter giù il cappello dal capo alla gente" [1] e il cui unico rimedio è mettersi in mare il più presto possibile. Il capitano della baleniera è un personaggio che rappresenta l'emblema del paradosso, Ahab, con il quale Ishmael non solo non interagirà mai ma sarà anche il centro del suo sforzo di capire la sua esperienza a bordo della baleniera.

Moby Dick è, infatti, una narrazione retrospettiva, il che significa che il narratore - nel nostro caso Ishmael - racconta i fatti dopo averli vissuti. Di solito, questo implica una serie di problematiche che rendono tutte le narrazioni retrospettive le più interessanti da analizzare. Una di queste è l'affidabilità del narratore: come possiamo sapere che ciò che Ishmael ci racconta sia ciò che è accaduto realmente e non solo la rappresentazione di ciò che il narratore pensa di aver vissuto? Una problematica ulteriore da affrontare è la motivazione della narrazione: perché Ishmael decide di iniziare a raccontare la sua tragica e traumatica esperienza sul Pequod?

Non disperarti, perché non c'è una risposta del tutto esatta a queste domande. Si possono fare delle ipotesi, però, soprattutto sulla seconda domanda. Una delle ragioni per cui Ishmael decide di narrare la sua avventura è scritta tra le pagine che egli stesso scrive ed è la motivazione della maggior parte delle narrazioni retrospettive: la volontà di capire ciò che è successo e il tentativo di interpretarlo. Questo è ciò che succede al nostro protagonista-narratore.

Moby Dick Ã¨ romanzo che si presta a diverse e, forse, infinite interpretazioni ma ciò che forse fuoriesce dalla lettura di questo immenso tomo della letteratura è proprio la difficoltà di arrivare una soluzione definitiva.

Ishmael prova, con non poche difficoltà e fallimenti, a sviscerare questioni insolubili della natura umana universale, come il problema del giudizio e del pregiudizio indirizzati rispettivamente sui personaggi di Queequeg e di Ahab. Con il primo, il narratore mostra il processo di presunta eliminazione del pregiudizio nei confronti di ciò che nel mondo occidentale viene considerato un "selvaggio", anche se, alla fine dei conti, la situazione si ribalta: è Queequeg, il cannibale proveniente da un mondo non civilizzato, ad accettare serenamente la coesistenza di più civiltà e ad affrontare, come un vero antropologo, i misteri della vita e della morte.

Con Ahab, la situazione si complica perché, come ho scritto prima, il capitano del Pequod rappresenta l'emblema del paradosso. Ahab ha il potere di attrarre a sé, come un magnete, ciò che lo circonda. Ha abilità oratorie non caratteristiche di un capitano di una baleniera, il che lo rende non solo meno plausibile come presenza su una baleniera ma anche un personaggio di una tragicità profonda in partenza. Ahab intimorisce perché misterioso, "inaccessibile" [2] e autoritario nel costringere - o convincere - tutto l'equipaggio a perseguire il suo scopo ultimo; trovare la Balena Bianca. Ma è soprattutto nell'autorità che Ishmael cerca la componente più umana e meno demoniaca di questo personaggio. Ahab, infatti, è anche un uomo con una storia ben precisa seppur mostrata velatamente e con maestria durante la narrazione, un uomo per il quale lo stesso Ishmael prova compassione e che comunque non riesce a interpretare e capire del tutto. Ahab rappresenta il paradosso in quanto personaggio narrativamente tragico da qualsiasi prospettiva lo si guardi.

Lo stesso Moby Dick, la balena contro la quale Ahab cerca maniacalmente vendetta, può essere inclusa nella rappresentazione di qualcosa di indefinibile. Due sono i capitoli in cui si vede chiaramente lo sforzo di Ishmael nel tentare di capire questa creatura che infesta il romanzo come uno dei migliori fantasmi della finzione letteraria che mai appare ma è sempre presente. "Moby Dick" e "La bianchezza della balena" sono due capitoli antitetici che completano il quadro: il primo rientra a pieni titoli nel gruppo dei capitoli più tecnici sulle balene, che per molti lettori sono strazianti e infiniti - per non dire anche un po' pallosi, a tratti - e ci mostra il tentativo di ridimensionare l'argomento "balena" a qualcosa che possa dare conforto, come un discorso di natura storica su coloro che hanno incontrato la terribile creatura.

Il secondo capitolo citato, invece, si muove su binari completamente diversi, rivelando da una parte l'impossibilità di definire qualcosa di così maestoso e sublime come la Balena Bianca e dall'altra la paura di non riuscirci. Moby Dick, la balena dalla bianchezza che è "nella sua essenza non tanto un colore quanto la visibile assenza di colore" [3], rappresenta un po' quello spazio di "sconosciuto" con il quale ogni essere umano, prima o poi, deve confrontarsi.

Insomma, credo che Moby Dick rappresenti molte cose, molte letture che ogni persona che vi si avvicina anche solo parzialmente può dare al romanzo. Tuttavia, ritengo che proprio per questa capacità di offrire molteplici soluzioni - senza mai offrirne una definitiva, tra l'altro - di lettura e sensazioni contrastanti, questo romanzo rientri a pieni e meritati titoli nella definizione di letteratura. Non è facile e non lo sarà mai, ma credo che se letto attentamente, Moby Dick possa offrire ad ogni lettore qualcosa sempre di diverso. Questo fa Moby Dick ma questo fa, soprattutto, la Letteratura.

Nota sulla traduzione: 

Moby Dick Ã¨ un romanzo di difficile lettura, figuriamoci di traduzione. Alessandro Ceni, il traduttore che ha curato l'edizione Feltrinelli del romanzo, ha fatto un buon lavoro, a mio avviso. Ha deciso coraggiosamente di improntare i riferimenti di Ishmael al lettore - sin dal famoso incipit "Call me Ishmael" - con una seconda persona singolare anziché una seconda plurale. Discutibili, invece, le scelte traduttive dei dialoghi tra personaggi dalle parlate caratteristiche. L'oste della locanda a Nantucket finisce per prendere un vago sentore toscano, un regionalismo probabilmente usato per riprendere la trascrizione del linguaggio orale - e per forza sgrammaticato - dell'oste in lingua originale. Nel complesso, la ritengo una buona traduzione che non appiattisce per nulla lo stile mutaforma di Melville, un lavoro filologicamente attento e curato. La prefazione del traduttore, poi, è la ciliegina sulla torta da leggere assolutamente prima e anche dopo la lettura.

[1] Capitolo 1. Parvenze (p. 21).
[2] Capitolo 34. La mensa della cabina (p. 185).
[3] Capitolo 42. La bianchezza della balena (p. 231)

venerdì 3 gennaio 2020

gennaio 03, 2020

Edimburgo tra libri, letteratura e menzioni d'onore

La bellissima mappa di Edimburgo è
una collaborazione con Mapiful.
Scoprire l'Inghilterra città dopo città sta diventando un'attività decisamente interessante, soprattutto perché si tratta di un agglomerato di storia, letteratura e cultura che viene costantemente valorizzato e donato agli occhi del pubblico (come non succede da altri parti...).

Anche questa volta, come era successo a maggio con Londra, ho deciso di segnarmi su un taccuino i luoghi più emblematici di una delle città più letterarie d'Europa. Non avrei mai pensato che mi sarebbe piaciuta tanto come alla fine è successo; mi sono innamorata di Edimburgo e credo di poterla consigliare come meta per ogni tipo di viaggiatore - e di lettore.


Le librerie

La prima scoperta che ho fatto su Edimburgo è stato il numero spropositato di librerie presenti. La città non è molto grande e credo che in quattro giorni si possa visitare tutta con una certa calma, ma la quantità di negozi di libri - usati e nuovi - mi è sembrata veramente impressionante in proporzione alla grandezza della città. Ne ho visitate diverse e ce ne sono alcune che mi sento assolutamente di consigliarti.

Till's Bookshop

Till's Bookshop - 1 Hope Park Cres
Iniziamo con una delle librerie più belle di sempre, Till's Bookshop che mi sono ritrovata letteralmente sotto l'appartamento che avevamo affittato per i due giorni di permanenza. Ringraziando il caso o chi per lui, ho trovato una delle librerie di seconda mano più belle di sempre. La scelta dei libri è chiaramente curatissima dall'anziano gestore del negozio, un signore avanti con l'età veramente gentile, disponibile e con uno dei toni di voce più pacati che abbia mai sentito (tanto che io e il mio ragazzo abbiamo fatto fatica a capire cosa ci stesse dicendo).
La libreria è divisa per argomenti e gli scaffali sono fitti di libri, al punto che nella sezione di narrativa contemporanea si fa anche una certa fatica a tirarli fuori. Con mia grande sorpresa, la libreria offre una vasta e curata sezione di critica letteraria e scienza che ci ha attratto quasi subito e per colpa della quale siamo rimasti nel negozio per più di quaranta minuti. I prezzi sono ridicoli. Manuali di critica letteraria, antologie o saggi non superano le cinque sterline a volume.

Peter Bell Books - 68 West Port
Se siete allergici alla polvere, questo negozio di libri dell'usato non fa per voi. Non mi dilungherò sul fatto che la pulizia dei pavimenti in Inghilterra sembra essere una pratica sconosciuta, ma mi concentrerò anche qui sulla quantità infinita di libri esposti. Da Peter Bell dovrai passarci una giornata intera per riuscire a vedere tutto quello che offre,  perché oltre ad essere un negozio grande, i libri sono infilati in ogni angolo vuoto. Anche in questo caso, la qualità dei libri è molto alta e ti fa quasi dimenticare gli strati di polvere per terra. La particolarità di questa libreria sono i libri per bambini, classici e contemporanei che avrei voluto volentieri portarmi a casa. I prezzi sono leggermente più alti di Till's, ma per essere una libreria sotto al castello di Edimburgo possiamo anche chiudere un occhio.

Armchair Books

Armchair Books - 72-74 West Port
Praticamente adiacente a Peter Bell, Armchair Books è la libreria più labirintica che abbia visitato nei miei pellegrinaggi esteri. Il cunicolo all'ingresso che mi ha accolta con tantissime edizioni delle opere di Tolkien, è stretto ma accogliente. La libreria è illuminata fino al soffitto e i libri, anche qui, sono infilati in angoli invisibili che solo gli occhi più attenti potranno scovare. Non vorrei essere ripetitiva nel dire che con questo negozio confermo l'elevata qualità dei libri usati che vengono venduti a Edimburgo, ma è così e devo sottolinearlo. Seppur apparentemente disordinata, poi, Armchair Books offre ai lettori un labirinto facilmente percorribile e riconoscibile: ogni sezione viene indicata e, nel retro più disordinato ho trovato delle chicche che non credevo possibile trovare, come una raccolta delle opere di Shakespeare risalente al XIX secolo.

Blackwell's - 53-62 South Bridge
Tra le librerie di catena che vale la pena di visitare c'è Blackwell's, situata in un edificio a tre piani. La libreria è veramente immensa e sempre piena di persone, mi ha offerto spunti di lettura interessanti e libri che non avevo visto nemmeno nelle librerie di Londra. Ogni sezione ha il suo spazio, la sua stanza e il suo addetto, in modo che se anche vi potreste perdere, c'è sempre qualcuno pronto a farvi trovare la strada per l'uscita o per la prossima sezione. Merita una menzione speciale quella di critica letteraria e dei classici, ma anche il terzo piano interamente dedicato alla cancelleria non è male...

Typewronger e McNaughtan's

Typewronger/McNaughtan's - 39-49 Haddington Pl.
Dall'altra parte della città, quella un po' più vittoriana, si trovano due librerie comunicanti. McNaughtan's è la libreria dell'usato più antica di Edimburgo e vende sia libri usati che da collezione. I prezzi, infatti, non sono bassissimi ma vale la pena farci un salto e sfogliare libri molto antichi seduti sul davanzale di una finestra nel retro del negozio (sì, ho visto una ragazza farlo molto comodamente...). McNaughtan's ospita accanto una libreria molto particolare e anche molto bella, Typewronger Books, che si definisce "la casa di una comunità di lettori, scrittori, artisti e musicisti". Effettivamente il negozio si presenta come un perfetto salotto in cui ci si sente liberi di sfogliare libri, sedersi su una comodissima poltrona di cui il fidanzato febbricitante ha fatto largo uso, e ascoltare la musica in filo diffusione. I prezzi dei libri sono quelli di copertina, ma visto che Typewronger è anche una casa editrice indipendente, vale la pena visitare questo posto così accogliente e magari portarsi a casa anche un libro o due.

Luoghi d'interesse

Per quel che riguarda, invece, i luoghi di interesse da visitare cercherò di essere il più sintetica possibile per il bene di tutti, nonostante ci sarebbero da scrivere pagine e pagine al riguardo.

Edimburgo è una città che offre veramente tanto in termini di negozi, caffetterie, giardini e anche di cimiteri. Ebbene sì, Edimburgo è una delle città più spettrali d'Europa. Il Greyfriars Cemetery, infatti, viene ritenuto uno dei cimiteri più antichi, con tombe risalenti al XVI secolo che portano rappresentati teschi, ossa e angeli della morte che si allontanano decisamente dalle rappresentazioni della morte alle quali siamo abituati. L'aspetto più interessante è che, spesso, le tombe sono adagiate sui muri degli edifici adiacenti al cimitero, come se nulla fosse. Il confine tra morte e vita, in questa città, sembra essere più labile di quanto si pensi...

Frankenstein Pub
A due passi dal cimitero ci sono due luoghi che gli amanti della letteratura non potranno fare a meno di visitare: il primo è il The Elephant House, ovvero la caffetteria dove J.K. Rowling ha scritto molte delle pagine che abbiamo amato di Harry Potter, un luogo frequentato anche da scrittori come Ian Rankin o Alexander McCall-Smith.

Il secondo luogo nel quale bisogna assolutamente entrare almeno una volta è Frankenstein, un pub decisamente in tema con la storia di Mary Shelley e tutto ciò che ad essa si è ispirato. Luci verdi al neon, gabbie, ampolle con strani liquidi, grosse manopole e un'atmosfera altrettanto inquietante. L'ingresso è libero e vi consiglio di prepararvi a prendere un bello spavento appena entrati...

Galaxy
Per gli amanti di Harry Potter come la sottoscritta - mi dispiace per voi altri blasfemi, ma Edimburgo è anche e soprattutto la città di Harry - ci sono due negozi che si dovrebbero visitare almeno una volta: Museum Context, un negozio di oggettistica molto particolare che assomiglia moltissimo a Mielandia o a Zonko, e Galaxy, un altro negozio decisamente dedicato al mondo di Harry Potter ma anche a quello più Nerd.

Menzioni d'onore

Passiamo all'ultima sezione di questo lungo articolo: le menzioni d'onore. Negozi, bar, musei che ho visitato e ristoranti on a budget per chi, come la sottoscritta, non può permettersi pranzi e cene in compagnia della regina Elisabetta.

The Milkman Coffee - 7 Cockburn St.
Una piccolissima caffetteria che fa un buon cappuccino e delle torte deliziose, dietro la stazione di Waverly e all'ingresso della città vecchia.
Camera Obscura & World of Illusions - Royal Mile
Una delle più antiche attrazioni turistiche costruite in Inghilterra, che offre tre piani di mostre interattive su illusioni ottiche, luce e colori. Divertentissimo e interessante per adulti e bambini.
Armstrongs Vintage - 14 Teviot Pl. / 81-83 Grassmarket / 64-66 Clerk St.
Oltre alle librerie dell'usato, Edimburgo offre moltissimi negozi di abiti usati e questo è il migliore per il rapporto qualità-prezzo. Vestiti vintage in ottime condizioni e a prezzi veramente ridicoli. Non fare come me, comprate qualcosa e portatelo a casa.
The Scotch Whiskey Experience -  365- 555 Royal Mile
La Scozia, nemmeno a dirlo, è la patria del Whisky. In questo gigantesco edificio, oltre ad offrirti una mostra guidata nella storia e creazione, ti coccolano con una degustazione di vari tipi di Whisky da te scelti.
Royal Mile Tavern - 127 High St
Un ottimo pub a prezzi modici per mangiare, dopo una lunga passeggiata, hamburger e patatine e guastarsi una deliziosa birra - meglio la Guinness, ve lo dico io.
Checkpoint - 3 Bristo Pl.
Vicino all'università, questo posticino un po' nascosto ma molto spazioso offre piatti molto buoni e anche molto particolari, adatti anche per vegetariani e vegani. I prezzi non sono bassissimi ma nemmeno esagerati.

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