martedì 10 ottobre 2017

#PiccoleLetture

Buongiorno lettore! Mentre stavo finendo di preparare le recensioni in programma per il blog ormai da settembre, ho deciso di dare il via ad un piccolo progetto a cui penso da un po' di tempo.

Oggi inauguro la rubrica #PiccoleLetture, un resoconto di lettura di piccoli libri da portarsi in borsa o nello zaino e che non occupano spazio. Perfetti per chi ha bisogno di una lettura veloce e di poco peso da portare con sé.



E' nato tutto grazie ad una casa editrice che ho scoperto per puro caso e con grande piacere su Instagram e dalla quale spero di non staccarmi mai. Parlo di ABEditore, una piccola fonte di letture piena di sorprese per i lettori desiderosi di un'esperienza libresca particolare e diversa dal solito. La collana di libri Piccoli Mondi, infatti, propone libri in formato tascabile e non scherzo quando dico che in tasca ci entrano sul serio. Perché non riproporre un'esperienza simile anche a te, lettore o lettrice, in modo da farti conoscere non solo questa casa editrice ma anche altre che si sono cimentate coraggiosamente in questo tipo di progetti?

Nella mia esperienza di lettura di quest'anno ci sono stati molti libri piccoli che non ho recensito e questa è l'occasione perfetta per dare anche a loro l'occasione di essere visti.

Le piccole letture di oggi sono le seguenti:
  • Minima. 7 racconti neri e uno bizzarro, Edgar Allan Poe (ABEditore)
  • L'arte di fabbricare libri, Washington Irving (Elliot)
  • Granito e arcobaleno, Virginia Woolf (Nuova Editrice Berti)
  • L'ignoto ignoto, Mark Forsyth (Laterza)
  • Un omicidio, un mistero e un matrimonio, Mark Twain (Elliot)
I racconti di Edgar Allan Poe sono sempre intramontabili, ma l'esperienza di lettura diventa ancora più interessante se "inscatolata" nel modo giusto. ABEditore non delude mai e non l'ha fatto nemmeno con questo terzo volume della collana Piccoli Mondi.
 Il contenitore di questi racconti introduce il lettore alla tematica che lo accompagnerà durante la lettura e anticipa le fantastiche illustrazioni sparse per le pagine. Paurosamente illustrato, ed è proprio così. I racconti di Poe scelti per questa raccolta non sono casuali e potrebbero essere raggruppati per tematiche comuni che si ripetono con originalità e con meccanismi diversi in ogni racconto. Terrore, assurdità, ossessioni e donne morenti -un aspetto fondamentale nella narrativa dello scrittore americano- sono solo una parte dei racconti presentati e illustrati dalla casa editrice.
 La narrazione è, nel complesso, omogenea ed equilibrata, anche se con Poe non bisogna mai abbassare la guardia e credere a tutto ciò che ci viene raccontato.
 Questa è una raccolta completa sotto ogni punto di vista e un ottimo spunto per iniziare a leggere Edgar Allan Poe. Racconti a portata di mano.

Continuiamo con un libricino acquistato a Libri Come agli inizi di quest'anno. L'arte di fabbricare libri di Washington Irving è stato il primo della serie Elliot che ho acquistato. Il titolo è già abbastanza esplicativo e riassume il tema principale sviluppato in poco più di quaranta pagine. Non avendo mai letto Irving, non posso dirti se i tre saggi contenuti in questo libricino rispecchino o meno il suo stile, ma ti assicuro che mi sono piaciuti molto.
Tutti e tre i saggi hanno come oggetto i libri e gli scrittori, perciò il titolo, più che indicare la fabbricazione materiale mette l'attenzione sulla parte creativa della realizzazione dei libri. Non parlerei propriamente di saggi, però, perché Irving non cede mai alla tipica e a volte pesante scrittura saggistica, fatta di elucubrazioni di difficile comprensione. L'autore opera nel modo migliore per attirare l'attenzione del lettore e fa le sue riflessioni sotto forma di racconto, sogno o immaginazione. Insomma, una produzione creativa a tutti gli effetti.
 Nel primo saggio, infatti, da cui prende il nome la raccolta, Irving si fa osservatore di alcuni scrittori all'opera nella British Library di Londra, descrivendone e immaginandone caratteri e stili di creazione, per poi finire addormentato. Il sogno rivela una metafora interessante sul mondo della scrittura.
 Nel secondo, "Sulla mutevolezza della letteratura", si continua con una riflessione sull'immortalità della letteratura che Irving mette in scena attraverso un dialogo surreale con un libro molto antico.
 Nel terzo ed ultimo saggio, "Gli scrittori inglesi e l'America", Irving cerca di riappacificare le due nazioni divise da un astio letterario reciproco. Da una parte l'Inghilterra che denigra qualsiasi creazione letteraria americana e, dall'altro, gli Stati Uniti che rispondono con altrettanta denigrazione. Con umiltà, spirito critico -e autocritico- e grande scioltezza l'autore cerca di smuovere la coscienza di entrambe le parti per evitare inutili e infantili rappresaglie.



Con Virginia Woolf il discorso si fa più particolare e sono costretta, inevitabilmente, a chiamare saggi gli scritti contenuti in Granito e arcobaleno. Pubblicata postuma dal marito Leonard, questa raccolta inedita -al tempo- mostra una Virginia Woolf sempre più legata al mondo culturale e letterario della sua epoca. L'edizione della Nuova Editrice Berti offre un assaggio dell'intera raccolta, composta da 25 saggi, dando al lettore la possibilità di approfondire la famosa autrice inglese attraverso 6 saggi critici incentrati su arte e letteratura.
 Ho trovato questa raccolta interessante e illuminante sotto molti punti di vista, primo tra tutti la grande cultura e interesse della Woolf per il mondo letterario dell'epoca. Dagli scritti si evince un atteggiamento molto attivo all'interno di una realtà culturale nella quale la Woolf si inserisce a tutti gli effetti e ne critica aspetti positivi e negativi.
 Ne "La nuova biografia", l'autrice mette in mostra l'atteggiamento di molti scrittori, a lei precedenti o contemporanei, nei confronti di questo genere letterario. La raccolta continua con una spiegazione -o lezione- sulla critica letteraria, in cui la Woolf prende come esempio per il suo esercizio parte dell'opera di Hemingway. Seguono altri quattro saggi che hanno come protagonisti rispettivamente Walt Whitman, il percorso dell'arte dal passato fino alla contemporaneità, l'importanza della lettura e il rapporto tra il romanziere e l'elemento che ispira i suoi romanzi, la vita.

Il libro più piccolo di questa rassegna è sicuramente L'ignoto ignoto di Mark Forsyth, edito Laterza. Ad un prezzo vantaggioso (due euro), questo libricino spiega uno dei concetti più banali e mai presi in considerazione del trovarsi in libreria. Il sottotitolo è esplicativo: le librerie e il piacere di non trovare quello che cercavi. Una volta lette queste ventisei pagine chiuderai il libro e ti dirai che è proprio così che succede, entrare in libreria con o senza un obiettivo preciso e trovare proprio quello che non cercavi ma che ti serviva. La casualità e il piacere della scoperta sono il punto di partenza di Forsyth in questa analisi molto ironica e divertente sul mondo dei libri.
 L'autore si sofferma in particolare sulla capacità di apprezzare l'inatteso e su quanto poco molte librerie si concentrino proprio su questo aspetto. Ma, a sua detta, "in una Buona Libreria tutti i libri sono buoni" e "l'ignoto ignoto, ciò che non sapevi di non sapere è lì che ti aspetta in fondo alla libreria". Un libro che consiglio a tutti i lettori ma anche a librai intraprendenti e curiosi!

Giungiamo all'ultimo libro della rubrica, Un omicidio, un mistero e un matrimonio di Mark Twain. Si tratta di un racconto di una sessantina di pagine a cui l'editore ha aggiunto alcune simpatiche illustrazioni in bianco e nero e parti del manoscritto originale.
 Devo ammettere che questa è stata una lettura un po' noiosa, poco originale ma tutto sommato scorrevole. La storia porta in scena un misterioso forestiero giunto dal nulla che viene ritrovato nella neve da John Gray, della città immaginaria di Deer Lick. Il suo arrivo sconvolgerà completamente l'equilibrio della cittadina e dei suoi abitanti, in particolare della figlia di Gray, Mary. La conclusione è, probabilmente, la parte più interessante del racconto perché narrata dal forestiero -del quale alla fine viene svelata l'identità e il motivo del suo arrivo- in prima persona.
 Il resto del racconto, in terza persona, mi ha appassionata poco perché la narrazione mi è sembrata un po' troppo veloce riguardo gli avvenimenti e alcune parti le ho trovate alquanto banali. Il personaggio più delineato ed interessante è, senza ombra di dubbio, il forestiero perché imbevuto di una malvagità sottile che si manifesta a piccole dosi. Gli altri personaggi sembrano, invece, esser stati lasciati volutamente sullo sfondo, particolare che mi ha lasciata un po' delusa.
 Per il resto, è un racconto che si legge velocemente e non ha bisogno di grande coinvolgimento e/o concentrazione. Mi è dispiaciuto non essere riuscita ad apprezzarlo di più, ma non tutto può piacere allo stesso modo.

La prima parte finisce qui, ti aspetto presto per altre recensioni e la seconda parte di #PiccoleLetture.

Buona giornata,
Francesca, Le ore dentro ai libri.

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