lunedì 3 luglio 2017

Tenersi stretti alla vita: "Dove l'aria è più dolce" di Tasneem Jamal


Autore: Tasneem Jamal
Titolo: Dove l'aria è più dolce
Titolo originale: Where the Air is Sweet
Traduttore: Francesca Cosi, Alessandra Repossi
Edizione: Nuova Editrice Berti, 2017
Tempo di lettura: maggio-giugno

Recensione:

Dove l'aria è più dolce è stata una delle migliori letture degli ultimi mesi, probabilmente dopo Tutto quello che non ricordo di Jonas Hassen Khemiri. 

Il romanzo d'esordio di Tasneem Jamal racconta la storia di Raju e della sua famiglia coprendo un arco temporale di circa cinquant anni. Dopo aver seppellito il figlio morto alla nascita, Raju decide di tentare la fortuna e lascia la sua India per arrivare in Uganda, in Africa. Lo raggiungerà più tardi sua moglie, Rehmat, con la quale costruirà un numeroso nucleo familiare oltre ad un'attività che permetterà loro di vivere dignitosamente. Mumdu, Baku, Gulshan, Bahdur, Amir e Jafaar sono il frutto degli sforzi di Rehmat e Raju, che nonostante le difficoltà si integrano in un paese in continuo cambiamento.

La storia, infatti, si svolge tra il 1921 e il 1975, quest'ultimo un anno di un vero e proprio esodo: la comunità asiatica in Uganda viene costretta a lasciare il paese dal nuovo capo del governo, l'ex generale e ora dittatore Idi Amin. 

La narrazione sposta gradualmente l'attenzione sulle vicende di Jaafar e la sua famiglia: Mumtaz, sua moglie e i figli Karim e Shama. Insieme a loro, naturalmente, sono rimasti Raju e Rehmat quasi a testimonianza di una differenza generazionale che sulle questioni più importanti, quali politica e famiglia, tende via via a scomparire. 

Dove l'aria è più dolce, infatti, è in primo luogo la storia di una famiglia e di un luogo e indaga in profondità i rapporti tra gli uomini e la propria terra.

Nel corso degli anni in cui Raju costruisce la propria vita in Uganda, il senso di appartenenza a quel paese così lontano dall'India cresce sempre di più, un fatto che il personaggio sottolinea più volte: se si nutre la terra nella quale si vive essa ti nutrirà a sua volta e così, la vita della famiglia Ismail affonda le radici sempre più con insistenza nella terra ugandese. Il fatto, anche storico, da prendere in considerazione è il grande beneficio economico e commerciale che la comunità asiatica ha portato in quegli anni in Uganda e che Idi Amin ha spazzato via, spedendo il paese in una gravissima crisi economica senza precedenti. 


In centro a Kampala, Raju e Jaafar si uniscono ad una fila che serpeggia per mezzo isolato. Raju guarda le altre persona in attesa con loro, tutti uomini asiatici, capifamiglia. Responsabili, in base all'ordine di nascita, di guidare le loro famiglie. Stringono in mano carte, foto, documenti, prove che ne attestano l'identità. Quanto dobbiamo tenerci stretti alla vita che ci siamo costruiti, pensa Raju, per assicurarci che non vada persa?   

L'autrice alla presentazione di Roma.
Il libro tratta della vita di "persone ordinarie in circostanze straordinarie", come ha affermato la stessa autrice alla presentazione del romanzo a Roma, il 21 giugno. Si assiste, pagina dopo pagina, alle sfide quotidiane più o meno importanti che i personaggi si ritrovano ad affrontare, sfide e ostacoli che nella realtà sono state affrontati da persone vere, tra cui anche la famiglia di Tasneem Jamal. 

Nel romanzo, l'Uganda viene presentata con immagini evocative che rendono molto bene l'atmosfera in continuo cambiamento. La descrizione dei paesaggi riflette in alcuni punti lo stato emotivo dei personaggi, in particolare di Raju e Mumtaz che nel corso del libro acquistano sempre più importanza. Il paese, in generale, è presentato attraverso il loro attaccamento emotivo, prima come il luogo che accoglie chiunque abbia bisogno di lui e poi il luogo che li respinge.

Tasneem Jamal ha affrontato una triste pagina cancellata dalla storia del mondo per farla rivivere attraverso gli occhi dei suoi protagonisti. Il paragone con i recenti avvenimenti di espulsioni, rifugiati e migranti viene spontaneo e, molto implicitamente il libro sembra suggerire la paurosa facilità con cui episodi del genere vengono dimenticati per poi essere ripetuti a distanza di anni in diverse parti del mondo.

La trattazione di tali argomenti è chiara, fluida e ben inserita all'interno del romanzo:


"Quando la gente ha paura, manda via gli altri, quelli diversi" 
"Perché?" 
"Perché ha paura di essere mandata via a sua volta" 

L'aspetto politico viene affrontato dal punto di vista dei personaggi che vivono giorno dopo giorno gli eventi: il dubbio che si tramuta in paura di Mumtaz,  la speranza di Jaafar, la sicurezza del loro amico ugandese George, l'innocenza di Shama e la rabbia del piccolo Karim. In questo modo, il romanzo non diventa un didascalico documento politico ma un resoconto emotivo delle vite attorno ad una storia realmente accaduta.

I pareri discordanti dei personaggi si ritrovano anche rispetto al tema della "casa": ci si può sentire a casa in un paese che non è il tuo? Le risposte sono diverse a seconda dei personaggi e Tasneem Jamal è stata molto capace nel delinearli in modo diverso. Se Raju e Mumtaz si sentono sempre in parte stranieri in Uganda, Jaafar ha i propri natali lì ed è, infatti, il personaggio che fa più fatica a lasciarla andare.


Al Lab 174 di Roma, da sinistra: Massimiliano Coccia, Nadia Terranova,
Tasneem Jamal e Devor De Pascalis.

Ho scritto spesso di Mumtaz non a caso, perché il romanzo è anche la sua storia, pur essendo un personaggio presentato più in là nella narrazione. Mumtaz trova la sua voce via via che le pagine scorrono e diventa sempre più consapevole di sé stessa. Se all'inizio ha bisogno di darsi dei pizzicotti per "ricordarsi di esserci, di esistere, di essere qualcosa", scoprirà poi di avere molta più forza di quanto pensasse.

Ed è proprio Mumtaz a far sì che si ritorni sempre alla famiglia, nonostante le scelte sbagliate.

Ho notato con molto piacere un altro aspetto che rende questo libro ancora più interessante, ossia la scrittura. Attraverso essa, Tasneem Jamal ha messo nero su bianco una storia per non dimenticarla e per continuare ad esistere come nipote e figlia delle persone che hanno vissuto quelle vicende. Anche Raju, nel romanzo, fa un tentativo simile per continuare ad esistere:


Raju è seduto a tavola con un blocchetto davanti: ha iniziato a scrivere i suoi ricordi di infanzia e gioventù. E' da qualche giorno che si sente in dovere di documentare la propria vita. Se non lo farà, sarà come se non ne avesse mai avuta una, come se non fosse mai esistito.

Raju e Tasneem operano allo stesso modo, entrambi scrivono la loro storia in un momento di riflessione che non è sempre facile affrontare. Nel caso dell'autrice, infatti, la storia aveva un portato così carico emotivamente che all'inizio è stato difficile accedervi. L'atto della scrittura ha creato un forte legame con il nonno, Kassamali Jamal, che amava l'India e che non ha mai potuto conoscere il Canada, paese che ha accolto i Jamal dopo l'espulsione dall'Uganda.

Dove l'aria è più dolce è un libro che può insegnare molto e dare diversi spunti di riflessione su altrettanti argomenti. 

Sentir parlare l'autrice è stato emozionante quanto leggere il libro perché ha saputo raccontare non solo la storia che ha portato ai lettori ma anche la propria, dando a tutti un bellissimo messaggio sul rapporto con le proprie origini. 

Con l'occasione ti segnalo due articoli in inglese scritti dall'autrice sul sito Chatelaine.com che meritano di essere letti prima o dopo la lettura di Dove l'aria è più dolce:
What happens when travelling across the globe doesn't pay off
"Mummy, am I white?" What I've learned from raising biracial children 
L'AUTRICE: Tasneem Jamal è nata a Mbarara, in Uganda dove ha vissuto fino all'età di tre anni, nel 1975, quando la sua famiglia è stata accolta in Canada come rifugiati. Lavora come giornalista per giornali canadesi tra cui The Globe and Mail e National Post. Nel 2009 ha lasciato la vita del Canada per inseguire il suo sogno di scrittrice ed è volata in Tanzania insieme al marito e alle loro due bambine. Da questa esperienza è nato Dove l'aria è più dolce, con il quale Tasneem è stata nominata tra i dodici scrittori emergenti da tenere d'occhio dalla CBC. Vive a Kitchener, in Canda. In Italia il suo libro è pubblicato da Nuova Editrice Berti.

Spero che la recensione sia stata di tuo gradimento, il libro mi è piaciuto veramente molto come avrai potuto capire. Grazie per avermi letta, buon inizio settimana.

Francesca, Le ore dentro ai libri.

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