lunedì 23 gennaio 2017

Il tempo e la scrittura: "Questo libro non esiste" di Marilù Oliva

Ciao! Finalmente sono riuscita a scrivere la recensione di questo bellissimo romanzo che ho letto durante le vacanze di Natale. La sessione d'esami mi stordisce e mi tormenta, ma sono ancora viva e pronta per farti immergere con me in una storia sul tempo e la scrittura. Buona lettura!

Autore: Marilù Oliva
Titolo: Questo libro non esiste
Anno pubblicazione: 2016
Edizione: Elliot, 2016
Tempo di lettura: 29/11 - 23/12/2016

Recensione:

Recensire un libro come questo è un'impresa quasi titanica. Forse mi basterebbe dire che non posso relegarlo ad un solo genere e che è un racconto a più livelli, il che lo rende accessibile a qualsiasi tipo di lettore...Ma no, non gli renderebbe giustizia.

Questo libro non esiste mi ha coinvolta da più punti di vista, primo tra tutti il protagonista. Sai già, forse, che in linea di massima prediligo le narrazioni al maschile più di quelle al femminile e in questo romanzo, in particolare, Mathias si presta un po' ad incastrarsi in una delle mie figure preferite: l'inetto.

Mathias Onaru (Urano se letto al contrario, non a caso) è un ragazzo che ha grandi difficoltà a vivere la sua vita, rincorso dal fantasma di un nonno austero e della famiglia che si è lasciato alle spalle con una bugia, incapace di innamorarsi dell'unica donna che darebbe la sua vita per lui e innamorato, invece, di due cose: il cosmo e la scrittura. Mathias, infatti, ha scritto un libro sul tempo del quale è molto geloso che, quasi per punizione, gli viene rubato senza che ne avesse fatta una copia. Gli unici resti di questo manoscritto potrebbero trovarsi dagli editori a cui Mathias lo ha inviato. 
La perdita del manoscritto dà inizio ad una tagliente riflessione sul mondo dell'editoria italiano -che ne esce con un bel po' di lividi- e ad una ricerca ossessiva, una quête per ritrovare l'unica prova che Mathias esiste: come scrittore ma anche come essere umano. 

La verità sta alla base di questa ricerca. Sembra quasi un compromesso tra "La ricerca del tempo perduto" di Proust (che, guarda caso, si conclude con il protagonista che diventa scrittore) è l'"Orlando Furioso" di Ariosto: Mathias è alla ricerca - ossessiva, per l'appunto - di una verità che viene costantemente messa in discussione, che non riguarda solo il manoscritto ma si estende anche a  Mathias stesso: se diamo per scontato che la scrittura del suo libro gli dà modo di affermare la propria esistenza, perderlo è come perdere se stessi e la prova di esistere nel mondo. Le situazioni surreali che genera la quête, a questo punto, sono quasi obbligatorie. 

La bellezza della scrittura di Marilù Oliva sta anche nel mostrarti queste situazioni in modo molto semplice e lineare ma soprattutto reale. L'atmosfera da giallo e noir, ad esempio, viene mantenuta per tutto il romanzo come trama principale ma non si insiste su di essa al punto da renderlo un vero "giallo", soprattutto perché, alla fine, ci si rende conto che scoprire l'identità dell'assassino non è poi così importante. La parte interessante è avere il punto di vista realistico e umano di Mathias anche su questo argomento, il che smorza notevolmente la tipica suspense da giallo letterario.

Lo stile dell'autrice, appunto, mi è piaciuto moltissimo: la narrazione non è per niente noiosa, non si perde praticamente mai in elucubrazioni astruse che il lettore non riesce a comprendere. Era un rischio, come viene detto nel libro da molti editori a Mathias (e mi viene da pensare che il riferimento non sia stato fatto a caso...), scrivere un libro sul tempo, ma a mio avviso quello di Marilù Oliva è riuscito alla grande. 

Altro grande protagonista del romanzo è quindi il tempo che mi è sembrato mostrarsi in varie forme: riflessioni del protagonista e dell'autrice, i flashback e l'astronomia. Non so bene perché, ma l'idea dell'universo e le opinioni del protagonista al riguardo mi hanno fatto pensare che è un argomento strettamente connesso al tempo, perché il cosmo stesso sembra esserne privo. Noi osservatori terrestri non ci accorgiamo del tempo che passa lì tra le stelle e spesso nemmeno di quello che ci trascorre davanti. 


“ Capite, vero, come ci si sente schiacciati quando si pensa al tempo? Mistificare l'attimo che si dilegua, ritornare allo stesso punto come un cane che si morde la coda. Quanti giorni sprecati, quante ore che scorrono sornione via dalle dita e noi ci ripetiamo che no, non è possibile che siamo sempre qui, ogni sera dopo la sera prima, chiusi gli occhi, ad accorgerci che è già filato via un giorno e noi cambiamo, anche impercettibilmente, mentre il tempo incede come se fosse solo una giostra che, con un sempiterno girotondo, ci stermina dolcemente 

Il tempo del racconto passa impercettibilmente e sembra seguire la calma di un tempo "superiore" di cui ci si accorge poco ma che lascia grandi solchi e tracce ben visibili. Quando meno te lo aspetti riempie dei vuoti con una violenza inaudita e li svuota di nuovo lasciandone traccia, per poi ricominciare il giro all'infinito. Questo libro è il tempo...e forse, proprio perché a detta dell'autrice questo non esiste, tanto meno esiste il libro.

L'unico rapporto che Mathias sembra aver coltivato, seppur inconsapevolmente, nella sua vita è quello con il nonno. Lui e ciò che lo circonda riflettono, a mio avviso, il binomio presenza-perdita che sembra animare i ricordi e le azioni del protagonista. Il discorso sull'amore che, guarda caso, compare sempre in seguito o seguito da un pensiero al nonno, mi è sembrato coerente con il resto del romanzo e per niente banale, anche grazie all'alternanza di una visione sinceramente egoista ed una altruista fino all'eccesso. Non smetterò mai di sottolineare la completezza di questo libro e il talento dell'autrice nel renderlo tale.

Oltre ad essere un'ottima narratrice, Marilù Oliva mi è sembrata anche molto capace nel coinvolgere il lettore nella storia. Tutto grazie all'approccio diretto di Mathias al lettore, e ai segnali che l'autrice stessa ha inserito e "che il lettore curioso potrebbe divertirsi a decodificare"

Ci tengo a sottolineare ancora che Questo libro non esiste è un romanzo godibile dall'inizio alla fine, da più fronti e da una grande diversità di lettori. Credo avrai capito ormai che ti consiglio di dargli una possibilità o di mangiarlo come un vero bookworm perché il libro si presta anche a vari tipi di letture, dalla più calma e rilassata che segue lo scandire di un orologio, ad una animata e impaziente che non vede l'ora di finirlo.

Spero che la lettura sia stata di tuo gradimento e ti auguro una buonanotte e buona giornata per domani. A presto,
Francesca, Le ore dentro ai libri

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