lunedì 5 settembre 2016

Marcel Proust - Il piacere della lettura (e come avvicinarsi a questo autore)

Autore: Marcel Proust
Titolo: Il piacere della lettura
Titolo originale: Sur la lecture
Lingua originale: francese
Anno di pubblicazione: 1905
Tempo di lettura: agosto 2016
Edizione: Feltrinelli, maggio 2016
Prezzo: € 7,00

Copertina: la Feltrinelli ha colpito ancora nel mio cuore. Ho varie edizioni di questa casa editrice e sono una più interessante dell'altra, dai Racconti di Poe a Una stanza tutta per sé della Woolf passando per Signor Malaussène di Pennac e Il rosso e il nero di Stendhal. Non è tanto l'immagine in sé quanto la scelta della stessa e sicuramente l'art director sa il fatto suo (grazie Cristiano Guerri!). L'illustrazione in questione è di Wesley Merritt, un illustratore a mio avviso molto bravo (per quanto poi me ne intenda di queste cose!) e simpatico. Ha catturato l'immagine di Proust alla lettera, in tutti i sensi, riuscendo a "ritrarre" questo grande autore in particolari essenziali come gli occhi.

RECENSIONE
Ho trovato questo libro nello scaffale più alto della libreria. Era tutto solo, schiacciato da due volumi giganteschi che impedivano a questo piccolo libricino di farsi notare (se volete sapere di più cliccate qui!). E' stato un vero e proprio caso fortuito, trovarlo e non chi ringraziare tra qualche entità libraria o i miei occhi da falco (che si mettono in moto solo in queste situazioni, altrimenti rimango una piccola talpa in crescita...). Perché è vero che, quando ci troviamo in libreria, non riusciamo a dare l'attenzione che vorremmo ad ogni libro lì presente, sia perché non ci impegniamo abbastanza nel leggere i titoli di traverso (dopo un po' viene il torcicollo!) e anche un po' perché restiamo inebriati dalla quantità di volumi di fronte a noi. A me è successo praticamente tutto questo, per fortuna che ho beccato questo libro all'ultimo! Ma si sa, gli incontri più belli avvengono per caso

Il fatto che il titolo riportasse la parola lettura mi ha tolto quasi ogni dubbio su ciò che avrei dovuto comprare in quella libreria, in più ha giocato un ruolo fondamentale l'autore stesso. Proust mi ha sempre lasciato un dolce ricordo del liceo, quando la professoressa di francese, severa ma la migliore di sempre, fece una sorpresa a tutta la classe portando una Madeleine a ogni alunno, proprio il giorno in cui si era prefissata di spiegare il famoso passo su questo particolare dolce francese preso da La recherche du temps perdu. Anche la "lezione" tenuta da Baricco su Proust al Palladium (potete trovare la versione integrale su Youtube scrivendo semplicemente "Baricco Proust") è stata fondamentale per comprendere e apprezzare più in profondità un autore ritenuto "difficile". Proust è difficile nella misura in cui si vede l'opera più famosa, poiché Ã€ la recherche du temps perdu non è poi così spaventosa come si possa pensare. Un modo per avvicinarsi a questo autore particolare, probabilmente, è proprio questo saggio "involontario" che anticipa non solo le tematiche della Recherche ma anche in parte lo stile di scrittura. 

Ho dovuto fare questo preambolo forse un po' noioso per farvi capire un po' il percorso che mi ha portato ad appassionarmi a questo autore e che possa essere valido un po' per tutti noi. 
[U]n romanzo, una raccolta di versi [...] pensava fossero il regno fluttuante del capriccio dove il gusto di uno solo non può stabilire la verità.
La lettura è un tema molto importante per Proust, come un po' tutto ciò che vi si collega, tra cui anche le letture infantili e l'infanzia stessa. Il modo in cui la racconta non solo ci dona dei momenti di estasi letteraria ma offre una visione della lettura totalmente diversa da quella odierna, in cui il lettore bambino era costretto a nascondersi per poter leggere quanto voleva, senza che nessuno lo disturbasse. 
Poi, letta l'ultima pagina, il libro era finito. Bisognava fermare la corsa a perdifiato degli occhi e della voce che li seguiva in silenzio, interrompendosi solo per riprendere slancio, con un sospiro profondo. [...] E allora? era tutto lì, il libro? Quelle creature a cui si era concessa più attenzione e tenerezza che alle persone della vita, [...] quelle persone per cui avevamo trattenuto il fiato e pianto, non le avremmo mai più riviste, non avremmo più saputo nulla di loro. 
 Proust rende con una chiarezza impressionante l'anima di ogni lettore ed è questo che lo rende ancora più interessante di quanto già non sia. Egli riesce a cogliere l'emozione della lettura e descriverla attraverso immagini evocative per niente scontate, che denotano un interesse vero in quello che sta dicendo. Nel leggere queste descrizioni sono riuscita a vedere le parole di Proust materializzate nella mia mente, utile in questo caso anche il parallelo con l'architettura (che tornerà anche nella Recherche quando paragonerà la memoria involontaria ad una cattedrale). L'idea di questo saggio viene dal lavoro di traduzione di Proust stesso dello scritto di John Ruskin, ed è proprio da questo lavoro che fuoriesce una concezione opposta a quella dell'inglese sul tema della lettura.
E' un po' come se la traduzione di tanti autori e di Ruskin in particolare, desse a Proust la possibilità di sviluppare un suo stile e delle sue idee, perciò di trasformare il traduttore in uno scrittore. E che scrittore!
[L]a lettura infatti, al contrario della conversazione, consiste per ciascuno di noi nel venire a conoscenza del pensiero di un altro senza smettere di essere soli, vale a dire continuando a godere del vigore intellettuale che si ha in solitudine e che la conversazione dissolve immediatamente
L'autore attribuisce alla lettura un ruolo sì importante ma non sostitutivo della "vita spirituale". Perciò la lettura non può insegnarci cosa pensare degli autori classici o di quelli moderni, bensì ha il compito di guidarci per trovare il nostro pensiero sul mondo. Nonostante la nota un po' malinconica che circonda la concezione di Proust, credo che non ci sia niente di più vero e sentito di questa analisi profonda sulle emozioni che ci dona la lettura. 

 In questa edizione sono state aggiunte una prefazione di Emanuele Trevi e una specie postfazione sulla traduzione di Proust della traduttrice stessa, Donata Feroldi. Entrambe molto interessanti e delucidanti, al punto da avermi fatto tornare la voglia di leggere questi inserti in qualsiasi libro. Il fatto che Proust fosse, prima di tutto, un traduttore ha aiutato certamente la traduzione, proprio perché sapeva cosa significasse tradurre non solo le parole ma anche le sensazioni, o il sapore come lo chiama la Feroldi, della scrittura da una lingua all'altra. 
Le immagini di giardini, palazzi, regge, stanze descritte da Proust sono spesso dei picchi di poesia nascosti in prosa, una ragione in più per avvicinarsi a questo autore.

Se ve lo consiglio? Come si dice qui a Roma...AVOGLIA! Soprattutto a chi ha sempre voluto avvicinarsi a Marcel Proust ma non lo ha mai fatto intimorito dalla grandezza della Recherche. Leggere questo saggio è probabilmente un ottimo modo di iniziare, ve lo assicura l'eterna intimorita dei grandi tomi!

Spero che la recensione sia stata di vostro gradimento e che vi abbia fatto venire un po' (dai poca poca!) voglia di immergervi in questa lettura facile, scorrevole e sicuramente attuale.

Grazie per avermi letto e buona serata!
Francesca, Le ore dentro ai libri.

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